Sei mesi a zero tasse per chi assume, o evita di licenziare in alcuni settori. Contratti di solidarietà pagati in parte dallo Stato, scivoli nelle grandi imprese per chi è vicino alla pensione. Sull’agenda di Mario Draghi il primo luglio è cerchiato più volte in rosso. Fra 45 giorni, dopo un anno di sussidi senza precedenti dal Dopoguerra, termina il blocco per legge dei licenziamenti nella grande industria. Nessun grande Paese fra quelli ricchi è arrivato a tanto. Le imprese più piccole, quelle che non hanno accesso ai normali strumenti di cassa integrazione, dovranno attendere fino al 31 ottobre, ma poco cambia: di qui in poi il governo deve progettare la fase due, quella del ritorno alla normalità. Durante l’estate, e poi in autunno, vedremo fino in fondo le conseguenze della pandemia sulla struttura produttiva del Paese. Da giorni nello staff di Palazzo Chigi ragionano su un nome più efficace da dare al decreto «sostegni-bis». Confindustria ha già dato il suo assenso.
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